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Quali sono le strategie di internazionalizzazione d’impresa

Espandere il proprio business oltre i confini nazionali è un passo cruciale per molte aziende alla ricerca di opportunità di crescita. L’internazionalizzazione delle imprese permette di accedere a mercati più ampi e diversificati e offre la possibilità di sfruttare vantaggi competitivi come l’ottimizzazione dei costi, l’innovazione e l’acquisizione di nuove competenze. Tuttavia, avventurarsi in un mercato internazionale richiede una strategia ben pianificata e adattata alle esigenze dell’azienda e del mercato target.

Vediamo quindi quali sono le principali strategie di internazionalizzazione che le imprese possono adottare per affrontare con successo la sfida dell’espansione globale.


Esportazioni

L’esportazione – ovvero la vendita di prodotti o servizi a clienti in mercati esteri – è una delle strategie di internazionalizzazione d’impresa più comuni.

Le esportazioni dirette prevedono che l’azienda venda i propri prodotti o servizi direttamente ai clienti esteri senza intermediari. Questo approccio consente un maggiore controllo sui prezzi e sulle strategie di marketing, oltre a stabilire una relazione diretta con i clienti esteri. D’altro canto, comporta anche maggiori investimenti iniziali e costi di gestione, come la logistica e l’assistenza clienti, e richiede competenze e risorse per gestire le operazioni internazionali.


Le esportazioni indirette, invece, utilizzano intermediari come agenti, distributori o commercianti per vendere i prodotti all’estero. Questa strategia di internazionalizzazione riduce i costi iniziali e i rischi associati all’entrata in nuovi mercati, poiché gli intermediari possiedono conoscenze locali e reti di distribuzione consolidate. Comporta però un minor controllo sulle strategie di marketing e sui prezzi, oltre a margini di profitto ridotti a causa delle commissioni pagate agli intermediari e una dipendenza dagli intermediari per il successo delle vendite all’estero.


Licensing e franchising

Il licensing – o concessione di licenza – prevede che un’azienda (licenziante) conceda a un’altra azienda (licenziatario) il diritto di utilizzare il suo marchio, brevetto, tecnologia o altro tipo di proprietà intellettuale in cambio di una royalty. Questo accordo consente al licenziatario di produrre e vendere prodotti utilizzando le proprietà intellettuali del licenziante. Il licensing è particolarmente utile per entrare rapidamente in nuovi mercati senza dover affrontare i costi e i rischi associati all’avvio di operazioni dirette.


Il franchising, invece, è un accordo più strutturato in cui un’azienda (franchisor) concede a un’altra azienda o individuo (franchisee) il diritto di operare un’attività utilizzando il suo marchio, modello di business, e know-how. Il franchisee paga una fee iniziale e royalties continuative al franchisor in cambio di supporto operativo, marketing, formazione e accesso ai sistemi di gestione del franchisor. Questa è tra le strategie di internazionalizzazione d’impresa più comuni nel settore del retail, della ristorazione e dei servizi, dove la replicabilità del modello di business è cruciale.


Joint venture

Nelle joint venture due o più aziende uniscono le loro risorse e competenze per raggiungere obiettivi comuni in un mercato estero. Questo tipo di collaborazione può assumere diverse forme, ma tipicamente comporta la creazione di una nuova entità giuridica condivisa tra i partner, con ciascuna azienda che contribuisce con capitale, tecnologia, know-how o altre risorse.

Le joint venture sono spesso utilizzate per superare le barriere di ingresso in nuovi mercati, come le restrizioni regolamentari, la mancanza di conoscenze locali o le difficoltà nell’accedere a reti di distribuzione consolidate. Scegliere un partner commerciale estero con cui lavorare, infatti, consente alle aziende di beneficiare delle competenze e della conoscenza del mercato di quest’ultimo, riducendo i rischi associati all’export. Inoltre, le joint venture permettono di beneficiare della condivisione dei costi e di sinergie operative. Tuttavia, comportano anche delle complessità, come la necessità di gestire le sfide culturali nell’internazionalizzazione d’impresa e di garantire che gli interessi di entrambi i partner siano allineati.


Filiali estere e acquisizioni

Una filiale estera è una sede operativa stabilita in un paese diverso da quello di origine dell’azienda madre. Questo approccio consente all’azienda di mantenere il controllo completo sulle operazioni locali, garantendo che i prodotti e i servizi offerti rispondano agli standard di qualità e agli obiettivi strategici dell’azienda madre. Tuttavia, l’apertura di una filiale è una delle strategie di internazionalizzazione d’impresa più complesse, poiché richiede investimenti significativi in infrastrutture, personale e conformità legale, oltre alla capacità di gestire operazioni a distanza.


Le acquisizioni, invece, comportano l’acquisto di un’azienda già esistente in un mercato estero. Questa strategia offre un accesso immediato a risorse locali – come impianti di produzione, reti di distribuzione, personale esperto e una base clienti consolidata – accelerando l’ingresso in nuovi mercati e riducendo i tempi e i rischi associati alla costruzione di una presenza locale da zero. Le difficoltà stanno nel riuscire a integrare culture aziendali diverse, armonizzare i processi operativi e gestire resistenze al cambiamento da parte dei dipendenti acquisiti.


Investimenti Diretti Esteri (IDE)

Gli Investimenti Diretti Esteri (IDE) rappresentano una strategia di internazionalizzazione in cui un’azienda investe direttamente in un paese straniero acquisendo un interesse duraturo in un’impresa operante in quel mercato. Gli IDE possono assumere varie forme, tra cui l’acquisto di azioni di una società estera, la creazione di nuovi impianti di produzione o l’acquisizione di un’azienda locale.

Uno dei punti a favore di questa strategia è l’accesso diretto a nuovi mercati e risorse, che permette alle aziende di sfruttare vantaggi competitivi come la disponibilità di materie prime, manodopera a basso costo e incentivi fiscali offerti dai governi locali. Inoltre, gli IDE possono migliorare la competitività dell’azienda investitrice attraverso l’acquisizione di nuove tecnologie, competenze e know-how. Anche in questo caso, però, si dovrà far fronte alle differenze culturali, linguistiche e normative che possono rappresentare ostacoli all’integrazione e alla gestione efficace delle operazioni internazionali.


E-commerce e digitalizzazione

L’e-commerce consente alle aziende di espandere la loro portata globale senza la necessità di stabilire una presenza fisica in ogni mercato di destinazione. Creare un negozio online o utilizzare marketplace come Amazon, eBay o Alibaba permette di accedere a un vasto pubblico internazionale, riducendo i costi operativi associati a negozi fisici.

Inoltre, attraverso i social media, le campagne di email marketing, la pubblicità online e l’ottimizzazione per i motori di ricerca (SEO), le aziende possono promuovere i loro prodotti a un pubblico globale con maggiore precisione e misurabilità rispetto ai canali tradizionali. La digitalizzazione agisce anche sulla logistica e la gestione della supply chain: tecnologie come la blockchain e i sistemi di gestione integrati offrono una tracciabilità precisa dei prodotti, la riduzione degli sprechi e l’ottimizzazione delle consegne, migliorando l’efficienza e aumentando la trasparenza e quindi la fiducia dei clienti.

Un’azienda che sceglie di internazionalizzarsi tramite le tecnologie digitali dovrà porre una forte attenzione sul tema della sicurezza informatica, e avrà bisogno di personale con competenze specifiche per l’adozione delle tecnologie digitali.


Consorzi di esportazione

I consorzi export sono una strategia di internazionalizzazione in cui un gruppo di aziende – spesso piccole e medie imprese (PMI) – uniscono le loro risorse per affrontare insieme i mercati esteri, superando più facilmente le barriere all’entrata e riuscendo a competere in modo più efficace a livello globale.

Questo approccio offre molti vantaggi: la condivisione dei costi, l’accesso a competenze specializzate e una maggiore forza contrattuale verso fornitori, distributori e clienti nei mercati esteri.

Per ogni azienda può essere più o meno adatta ciascuna delle strategie di internazionalizzazione d’impresa che ti ho descritto. Per capire quale sia la strada migliore da intraprendere, può esserti utile il mio servizio di consulenza per internazionalizzazione d’impresa, messo a punto in tanti anni di consulenza sull’export alle PMI italiane.

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Internazionalizzazione delle imprese: tutti i vantaggi
1 aprile 2025
L’internazionalizzazione delle imprese non è più un’opzione, ma una necessità per restare competitivi in un mercato globale in continua evoluzione. Le aziende italiane che si espandono all’estero non solo aumentano il proprio fatturato, ma migliorano anche la propria competitività, diversificano il rischio e accedono a nuove opportunità di business. L’export continua a essere il motore trainante dell’economia italiana. Nel 2024, le esportazioni hanno raggiunto i 650 miliardi di euro, con un incremento del +3,7% rispetto all’anno precedente. Questa crescita è stata spinta in particolare dall’espansione nei mercati del Golfo e in Nord America, aree strategiche che offrono nuove opportunità alle imprese italiane.1 Ma quali sono i reali vantaggi dell’internazionalizzazione? E perché dovresti prendere in considerazione questo percorso per la tua azienda? In questo articolo esploreremo tutti i benefici dell’internazionalizzazione e ti mostreremo come affrontare questo processo con consapevolezza e strategia.
Vendere all'estero: come trovare nuovi clienti?
8 febbraio 2025
Se hai deciso di vendere all’estero i tuoi prodotti e di iniziare il percorso di internazionalizzazione della tua impresa: bene, sarà una bella avventura. Improvvisare però non è possibile e può costarti molto caro: per evitare di perdere tempo e ingenti somme di denaro ti serve una strategia. Se vuoi trovare nuovi clienti nei mercati esteri e far crescere il tuo business dobbiamo fare un ragionamento inverso: per avere successo dobbiamo partire da te, dalla tua unicità e dal tuo prodotto, anzi, dal sistema prodotto. E se seguirai i nostri consigli saprai non solo come trovare nuovi clienti per vendere all’estero, ma avrai una strategia chiara con obiettivi raggiungibili, che ti permetterà di prevedere con più consapevolezza possibile ogni piccolo, grande imprevisto. Vediamo insieme i 3 pilastri per vendere all’estero + 3 metodi efficaci per trovare nuovi clienti.
Il Made in Italy è sempre garanzia di successo all’estero?
31 gennaio 2025
La risposta alla domanda “come viene visto il Made in Italy all’estero?” è semplice e quasi scontata: il Made in Italy è universalmente riconosciuto come un marchio di eccellenza. Dalla moda all’arredamento, dalla gastronomia all’automotive, basta dire “Made in Italy” per pensare immediatamente a eleganza, qualità artigianale e design raffinato. Tuttavia, il contesto attuale globalizzato e competitivo impone nuove sfide che influenzano la percezione del Made in Italy all’estero e che devono essere considerate nell’internazionalizzazione delle imprese. Oggi, quindi, il Made in Italy è sempre garanzia di successo all’estero? Continua a leggere per capire come stanno le cose.
Luoghi comuni e pregiudizi sull’internazionalizzazione delle...
18 gennaio 2025
Internazionalizzare un’impresa è un passo ambizioso che può aprire porte a vantaggiose opportunità di mercato. Tuttavia, anni di esperienza nel settore dell’export mi hanno insegnato che l’espansione oltre i confini nazionali è spesso ostacolata da alcune convinzioni erronee. In questo articolo, quindi, vogliamo sfatare alcuni dei principali pregiudizi sull’internazionalizzazione delle imprese e permetterti di comprendere come stanno davvero le cose.
Come misurare il successo del posizionamento di un brand
18 gennaio 2025
Per capire come misurare il successo del posizionamento di un brand dobbiamo introdurre il concetto di “brand awareness”. Il posizionamento del brand (brand positioning) e la brand awareness sono due concetti distinti ma correlati. Il posizionamento del marchio è l’immagine unica e distintiva che l’azienda vuole associare al proprio prodotto o servizio nella mente dei clienti. Riguarda la creazione di un’identità chiara e riconoscibile per il brand, che si basa sulle sue caratteristiche specifiche, i valori, il tono di voce e il target di mercato dell’azienda. L’obiettivo è far sì che il brand sia riconosciuto e preferito dai consumatori rispetto ai competitor.
Come costruire un’efficace strategia di posizionamento del brand
16 gennaio 2025
In un mondo in costante evoluzione, dove la concorrenza è sempre più forte, il posizionamento del brand rappresenta un pilastro fondamentale per il successo di qualsiasi azienda. Costruire un’identità unica e distintiva, capace di lasciare un’impronta indelebile nella mente dei consumatori, è essenziale per distinguersi dai concorrenti, catturare l’attenzione del pubblico e conquistarne la fiducia. Tutto questo è ancora più importante quando si affronta un processo di internazionalizzazione delle imprese. Ma cosa possiamo fare per avere un brand positioning di successo?
Valutare l’attrattività di un mercato estero in tre fasi
15 gennaio 2025
Scegliere i mercati esteri più promettenti per la propria azienda è fondamentale per ottimizzare le risorse da investire nell’internazionalizzazione d’impresa. Per valutare l’attrattività di un mercato estero dobbiamo raccogliere informazioni sul Paese a livello macroeconomico, sociale, culturale e conoscerne i gusti e le abitudini, senza dimenticare di monitorare i trend e porre attenzione ai vincoli fiscali, legali e doganali. L’obiettivo è definire dove sia possibile vendere i propri prodotti o servizi con continuità. Possiamo dividere questo processo in tre fasi. Vediamole.
5 passi per gestire le sfide culturali nell’internazionalizzare
Autore: Giuseppina Pullara 14 gennaio 2025
Come tutte le interazioni, il business è fondato su relazioni umane e nel processo di internazionalizzazione delle imprese è cruciale saper gestire al meglio i rapporti con i nostri interlocutori all’estero. Bisognerà cercare di entrare in sintonia per creare le premesse giuste ad una buona trattativa, evitando le trappole culturali che sono sempre dietro l’angolo. Prima di espandersi in un nuovo mercato si dovrà quindi condurre una ricerca approfondita sulla cultura locale, le tradizioni, le credenze e i valori. Questo aiuterà a comprendere le preferenze dei consumatori, le aspettative e le norme sociali, consentendo all’azienda di adattarsi di conseguenza.
Come scegliere un partner commerciale estero e buone pratiche per
10 gennaio 2025
Ci sono molti motivi che spingono un’impresa a diventare internazionale e certamente l’internazionalizzazione è un’enorme opportunità per espandere il proprio business. Adottare una strategia di espansione all’estero, tuttavia, può essere un’impresa sfidante. Tra le molte decisioni da prendere, una delle più cruciali riguarda la scelta del partner commerciale giusto nell’ambito del mercato di destinazione. Trovare un partner commerciale estero va ben oltre una semplice collaborazione: implica la formazione di una solida alleanza strategica e la condivisione di obiettivi, risorse e rischi. n partner commerciale affidabile e ben scelto può offrire una conoscenza approfondita del mercato locale, semplificare le operazioni, accelerare l’ingresso nel mercato e aumentare le possibilità di successo, aiutando anche a gestire le sfide culturali nell’internazionalizzazione. Vediamo quindi quali sono le principali modalità per individuare il partner commerciale estero ideale e massimizzare le opportunità di crescita
Le 5 fasi chiave del processo di internazionalizzazione d’impresa
9 gennaio 2025
Il percorso di internazionalizzazione d’impresa deve iniziare da una rigorosa analisi dell’azienda, del mercato target e del prodotto che si vuole internazionalizzare. Bisogna innanzitutto valutare la struttura organizzativa aziendale considerando diversi parametri tra cui il modello di business dell’impresa, il volume d’affari, la quota export sul fatturato complessivo, le modalità di esportazione, il capitale umano e il posizionamento. Parallelamente, si procederà con un’analisi approfondita dei mercati esteri per identificare le opportunità di espansione, esaminando la compatibilità dell’azienda rispetto al settore di riferimento. All’inizio è consigliabile focalizzarsi su uno o due mercati su cui concentrare le proprie risorse, anziché cercare di coprire più Paesi.
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